Le spoglie di San Leone (ritrovate nelle catacombe di san Callisto a Roma) nel 1779 vengono traslate dalla chiesa di San Rocco dai “Confratelli della buona morte” e collocate nella nicchia.
L'altare è in marmo con paliotto del XIX secolo in lastra di rame sbalzato e cesellato con medaglione centrale che effigia san Leone Martire. Sopra la nicchia c'è la pala rappresentante il “Sacro Cuore” opera di Pierino Rossini collocato nel maggio 1938. Nel dipinto si distinguono al centro la chiesa di Samarate, a sinistra il parroco, lo stesso pittore ed alcuni suoi congiunti. Sotto la pala la scritta “COR IESU SACRATISSIMUM MISERERE NOBIS” (Cuore Sacratissimo di Gesù abbi pietà di noi). La tela è racchiusa tra due colonne di marmo sovrapposte da un frontone. Sul lato destro l'affresco che rappresenta “San Leone Martire in prigione tentato dalle cortigiane” di autore ignoto datato fine XVIII secolo. Sopra l’affresco la scritta “HIS SUNT OPES ECCLESIAE” (Queste sono le ricchezze della Chiesa). Sul lato sinistro l'affresco che rappresenta “San Leone Martire davanti all’imperatore” di autore ignoto datato fine XVIII secolo. Sopra l’affresco la scritta “MERUIT ESSE HOSTIA CHRISTI”(Meritò di essere la vittima del Signore). Sopra la volta la scritta “LEO MARTIR CHRISTI”. Balaustra di chiusura in marmo opera di Gabriele Buzzi, anno 1793. |
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Nel 1790 la cappella è dipinta dal pittore Beretta di Legnano ed è dedicata a San Giuseppe.
L'altare è una donazione della famiglia Silva di Milano proveniente dalla chiesa di “San Carlo e Teresa” abbattuta nel 1804. Della stessa donazione fanno parte la statua di san Giuseppe in marmo di Carrara posta nella nicchia ed il paliotto ad alto rilievo collocato sotto l’altare rappresentante “La Natività” opera di ignoto datato XVIII secolo (il paliotto è stato restaurato nel 2010 dandogli l’antico splendore). Sopra la nicchia è la scritta “ITE AD JOSEPH” e medaglione con angeli opera del pittore Pierino Rossini eseguiti nel 1936. Sul lato destro un dipinto ad olio su tela raffigurante “San Giuseppe svegliato dall'angelo” di autore ignoto del XVII secolo e l'originale del quadro “Madonna della seggiola” dono della famiglia Garbini, messo su tela da Giovanni Malinverni nel 1930. Sul lato sinistro la tela “Riposo durante la fuga in Egitto” opera di Biagio Bellotti del XVIII secolo (restaurata nel 2000). Il soffitto è affrescato con angeli opera di Pierino Rossini nel 1936. All'esterno della volta la scritta “JOSEPH PATER, DEI NUTRITIUS” (Giuseppe, Padre a cui fu affidata la cura del Signore). |
Riposo durante la fuga in Egitto
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Questa cappella è rimasta inutilizzata sino al 1933 poiché la destinazione era quella per l’accesso al campanile. Nel 1934 per festeggiare la canonizzazione di don Bosco si decide di abbellire la piccola cappella con una tela raffigurante il Santo circondato da fanciulli, opera del pittore Federico Gariboldi di Varese.
Sul lato destro il dipinto ovale raffigurante San Domenico Savio con sotto il motto “la morte ma non peccati”. Sul lato sinistro il dipinto ovale raffigurante Santa Maria Mazzarello con sotto il motto “fa le tue opere come se fosse l’ultima di tua vita”. I due ovali sono opera del pittore Pierino Rossini eseguiti negli anni 1950/55. Sul soffitto della volta sono affrescati due angeli con serti di rose ed un cartiglio “DA MIHI ANIMAS CAETERA TOLLE” (Concedimi le anime, toglimi il resto) opera di Pierino Rossini, anni 1935/36. |
Nel 1779, la statua della Vergine, proveniente dalla chiesa di San Salvatore e portata dai Confratelli del SS. Sacramento, viene collocata nella nicchia.
L'altare è realizzato in marmo da Gabriele Buzzi nel 1793. Il paliotto di rame sbalzato e cesellato con al centro il monogramma della Vergine è del XIX secolo. La Nicchia è affiancata da due colonne in marmo con frontone spezzato ai cui lati siedono le statue della “Fede” e della “Carità”. Nella parte centrale la “Colomba dello Spirito Santo”. La statua della “Vergine con Gesù bambino” è una scultura lignea dorata e dipinta di autore ignoto della prima metà del XVII secolo. Sul lato destro un dipinto ad olio su tela “L’incoronazione della Vergine con Gesù Cristo, l’Eterno Padre e lo Spirito Santo” di autore ignoto del XVII secolo. Sul lato sinistro la tela che rappresenta la “Vergine con sant’Anna e Gesù bambino” di autore ignoto del XVII secolo. Sul soffitto un medaglione affrescato con angeli che sorreggono una corona opera di Pierino Rossini eseguito nel 1936. La scritta “REGINA SACRATISSIMI ROSARII” (Regina del SS. Rosario) è all’esterno della volta. |
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Nel 1790 la cappella è dipinta dal pittore Beretta di Legnano ed è dedicata a Sant'Agata.
Nel 1830 la cappella è riordinata e, perse le pitture originarie, viene eretto l’altare. Nella nicchia sovrastante viene collocato per devozione popolare il Crocifisso eseguito da un intagliatore di Intra nel 1735 proveniente dalla chiesa di San Rocco. Sopra la croce particolare è il cartello con scritte in ebraico, greco e latino. L'altare è realizzato in marmo bianco con caratteristiche neoclassiche. Le colonne hanno capitelli corinzi. A lato è posta la statua della Madonna Addolorata di autore ignoto del XVII secolo (restaurata nel 2006). Sul lato destro la pala “Apparizione della Madonna con bambino e San Pietro a Sant'Agata in carcere” l'autore è Melchiorre Gherardini detto il Ceranino (XVII secolo) (restaurata nel 1998/1999) Sul lato sinistro la pala “La Resurrezione di Cristo” (XVII secolo) attribuito a Camillo Procaccini (restaurata nel 2006). Sul soffitto “Angeli che sorreggono la Sindone” opera di Pierino Rossini (anno 1936). All'esterno della volta un cartiglio con la scritta “O CRUX AVE SPES UNICA” (salve o Croce unica speranza). La balaustra di chiusura realizzata nel 1793 è opera di Gabriele Buzzi di Viggiù. |
Madonna AddolorataLa statua in legno policroma dell’Addolorata era posizionata prima in oratorio e poi in Sacrestia, ora dopo il restauro, da parte del Laboratorio San Gregorio di Busto Arsizio, diretto e seguito dall’ispettrice della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano Isabella Marchi, è posta ai piedi del SS. Crocefisso. Per quanto è riguardato l’intervento lo stato di conservazione al quale è giunta a noi era apparso nel complesso buono. L’opera, di buona fattura, databile XVII/XVIII secolo, è stata ricavata da un unico blocco di legno massiccio, che nonostante lo svuotamento parziale della polpa lignea dal basamento, possiede comunque un gravoso peso.
Il supporto ligneo della statua e lo strato preparatorio non presentavano gravi problemi di perdita di coesione, né grosse fessurazioni e attacchi xilofagi. Sono apparsi tuttavia sollevamenti e mancanze di pellicola pittorica, dovute per la maggior parte a colpi ricevuti durante i vari spostamenti per cambi di collocazione della statua che, in corso di restauro, sono stati consolidati mediante iniezioni di resine acriliche e opportunamente fatti riaderire al supporto ligneo. L’opera inoltre, risultava coperta da uno spesso deposito di sporco grasso e polveri, aggravata dall'ossidazione della vernice protettiva ingiallita, che ne alterava la cromia originale. Le operazioni di pulitura durante il restauro, mediante azione diversificata a seconda del tipo di problematiche presenti sulla superficie dipinta, hanno consentito di recuperare i reali valori cromatici e di liberare la materia originale dalle sovrammissioni, se pur limitati al manto blu della Vergine. Gli interventi si sono susseguiti con le azioni si stuccatura delle mancanze di preparazione e con la reintegrazione pittorica delle lacune; infine il restauro della statua dell’Addolorata è stato concluso nebulizzando una vernice trasparente a scopo protettivo sull'intera opera. Laboratorio San Gregorio s.r.l. Restauro Opere D’Arte |
Apparizione della Madonna col Bambino e San Pietro a sant'Agata in carcere.
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Resurrezione di Cristo
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Il fonte battesimale è opera di Girolamo Buzzi. Proviene dalla chiesa di San Salvatore dove era stato posizionato nel 1747. E’ stato trasferito nella sede attuale il 14 dicembre 1794.
Il Fonte battesimale è composto da un basamento a stele sopra il quale si apre il curvo bacino ottagonale. Il catino in rame e stato realizzato nel 1788 dal ramaro Matteo Rossi; è ricoperto da una calotta di rame sbalzato con la rappresentazione del “Battesimo di Gesù nel fiume Giordano” opera eseguita negli anni 1970/80. Ai lati del tempietto due tabernacoli in legno; quello di destra reca le lettere “O.S.” (Oli Santi) Sul soffitto dipinto raffigurante “San Giovanni Battista che battezza Gesù Cristo” eseguito nel 1913/14 dal pittore Mario Chiodo Grandi. Il tempietto è delimitato da un cancelletto in ferro battuto realizzato nel 1792 da Ignazio Borghi. |
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Campane di Samarate
Concerto di 8 campane in Sib2 calante |