La chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Nella prima metà degli anni 50 don Celestino Cazzaniga (parroco di San Macario) promosse una raccolta fondi per l’acquisto del terreno dove poi sarebbe stata costruita la chiesa per il rione di Cascina Elisa.
Come da lui previsto le offerte arrivarono consistenti e ben presto la cifra venuta disponibile fu sufficiente anche per l’inizio delle prime fasi del progetto, che fu affidato all’ingegner Prandina di Busto Arsizio mentre la costruzione fu affidata all’impresa Genoni e Pariani di S. Macario.
Il 13 maggio 1956 alla presenza del Reverendo Prevosto di Gallarate Monsignor Gianazza, del parroco don Celestino e delle autorità civili del nostro comune si svolse la cerimonia per la posa della prima pietra.
Giorno dopo giorno la costruzione prendeva forma e la gente incominciava a intravedere che tipo di edificio sarebbe stato realizzato, tutti compresero che lo stile era moderno, un po' avveniristico, difficile da capire per chi era abituato a frequentare chiese di un certo valore artistico.
La gente di Cascina Elisa, un po’ perplessa, si aspettava qualche cosa di più tradizionale, ma accettò di buon grado quello che gli venne proposto; il periodo in atto era quello delle grandi trasformazioni nella società e nella vita quotidiana e questi cambiamenti certo non risparmiavano neanche gli edifici di culto.
A costruzione ultimata, tutti si resero conto che la chiesetta pur essendo in stile moderno, aveva una linea semplice, in accordo con l'interno sobrio e funzionale, una sola navata con due grandi vetrate a mosaico, una all’ingresso e una alle spalle dell’Altare; la sacrestia venne ricavata in uno spazio di qualche metro dietro all’altare.
Come da lui previsto le offerte arrivarono consistenti e ben presto la cifra venuta disponibile fu sufficiente anche per l’inizio delle prime fasi del progetto, che fu affidato all’ingegner Prandina di Busto Arsizio mentre la costruzione fu affidata all’impresa Genoni e Pariani di S. Macario.
Il 13 maggio 1956 alla presenza del Reverendo Prevosto di Gallarate Monsignor Gianazza, del parroco don Celestino e delle autorità civili del nostro comune si svolse la cerimonia per la posa della prima pietra.
Giorno dopo giorno la costruzione prendeva forma e la gente incominciava a intravedere che tipo di edificio sarebbe stato realizzato, tutti compresero che lo stile era moderno, un po' avveniristico, difficile da capire per chi era abituato a frequentare chiese di un certo valore artistico.
La gente di Cascina Elisa, un po’ perplessa, si aspettava qualche cosa di più tradizionale, ma accettò di buon grado quello che gli venne proposto; il periodo in atto era quello delle grandi trasformazioni nella società e nella vita quotidiana e questi cambiamenti certo non risparmiavano neanche gli edifici di culto.
A costruzione ultimata, tutti si resero conto che la chiesetta pur essendo in stile moderno, aveva una linea semplice, in accordo con l'interno sobrio e funzionale, una sola navata con due grandi vetrate a mosaico, una all’ingresso e una alle spalle dell’Altare; la sacrestia venne ricavata in uno spazio di qualche metro dietro all’altare.
A destra dell’Altare c'è l’ingresso alla sacrestia, mentre alla sinistra è stato ricavato il confessionale, e al di sopra della sacrestia sono state poste le due statue in legno di pregevole valore artistico scolpite dagli artisti della Val Gardena, raffiguranti S. Pietro e S. Paolo, in aggiunta ad una terza statua raffigurante la Madonna posta al centro della chiesa su di una mensola fissata sulla parete destra vista dall’altare.
All’esterno, sulla destra della facciata sopra l’ingresso laterale, trovarono alloggiamento le due campane offerte dal Sig. Puricelli Giuseppe alle quali fu dato il nome di “Maria Rosa”, la più piccola, e “Giovanni”, l’altra. La data scelta per dare luogo alla cerimonia d'inaugurazione e benedizione è stata il 17 aprile 1960, per l’evento sono state invitate tutte le cariche istituzionali della nostra zona, a partire dall’allora sindaco Cav. Canziani Francesco. Il mattino di quel 17 aprile: anche se il tempo era abbastanza piovigginoso si radunò una gran folla per assistere alla cerimonia. A benedire la nuova chiesa, la curia delegò lo stesso don Celestino che "coll’Issopo e l’Acqua Lustrale" asperse e benedì le fondamenta, i muri e tutto quello che era l’esterno della chiesa, all’interno benedisse l’Altare e quanto era contenuto in essa; alla fine diede il titolo: chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La cerimonia proseguì con la celebrazione della S. Messa. |
|
Dopo circa un mese, per l’esattezza il 28 maggio, fu invitato sua Eminenza Cardinale Montini a dare la sua benedizione solenne alla nostra chiesa, accompagnato dal Rev. Prevosto Mons. Gianazza di Gallarate e da parecchie autorità. Sua Eminenza all’interno dell’omelia, tenuta a braccio, descrisse in modo perfetto il nostro rione, la gente che ci abitava e la nostra chiesa, con una frase: “...la bella costruzione ideata in perfetta armonia fra l’arte moderna e quella sacra: oggi più che mai l’umanità ha bisogno di queste oasi di pace per la elevazione dello spirito e della salvezza delle anime” frase che rimane ancora oggi scritta nei ricordi di coloro che erano presenti per l’occasione.
Nel discorso non mancò di elogiare e ringraziare don Celestino, che con fermezza volle realizzare quest’opera, e una nota andò anche a quanti si adoperarono per la buona riuscita dell’impresa e per l’aiuto dato al parroco. Al termine della cerimonia, sua Eminenza accompagnato da don Celestino si avvio verso l’uscita della chiesa, e come superò la soglia del portale d’ingresso, venne salutato da una fragorosa scampanata che lo indusse ad esclamare: “finalmente una chiesa nuova con le campane”. |
Con i proventi delle feste patronali, nel 1969 fu stato acquistato, sempre dagli artisti della Val Gardena, un Crocefisso, che nel giugno 1970, in occasione della festa patronale, dopo la doverosa benedizione, fu portato in processione dalla chiesa Parrocchiale di S. Macario alla chiesetta di Cascina Elisa, per essere posto tra i due Santi sopra l’altare dove si trova tutt’ora.
Don Celestino, negli anni seguenti, fece pressione sulla Curia per avere un aiuto: oramai Cascina Elisa era diventato un paese, così all’inizio del 1973 ci fu assegnato un coadiutore; questi fu don Gian Mario Maino. |
In questi anni don Gian Mario ha visto consolidarsi la nostra comunità ed è in questo periodo che gli venne l’idea di proporre a don Celestino e alla Curia Arcivescovile di elevare a parrocchia la nostra chiesetta. Don Celestino fu sorpreso da una tale richiesta ma non poté che dare il suo appoggio all’iniziativa, anche perché la nostra gente aveva promosso una raccolta di firme per dare forza a questa proposta. Si passò, quindi, alla richiesta formale.
La Curia Arcivescovile esaminò la situazione della nostra frazione e, avute tutte le garanzie del caso da don Celestino, lo stesso Cardinale Arcivescovo Giovanni Colombo espresse con una lettera autografa indirizzata a don Celestino, in data 17 febbraio 1979, il parere favorevole affinché la nostra chiesetta diventasse sede parrocchiale con l’augurio che lo diventasse al più presto e che vi fosse nominato in breve tempo anche il Parroco.
Dopo il parere favorevole espresso dall’Arcivescovo, gli uffici della curia si misero al lavoro per mediare una soluzione e trovare un giusto equilibrio tra le due parrocchie, ed è così che il 13 giugno 1979 vengono prodotti i documenti che, oltre alla dote economica indicata con un capitale in titoli di 2.625.000 lire, vengono indicati anche i confini della nuova parrocchia, in questo modo:
Tutti i documenti prodotti sono stati esaminati dall’Arcivescovo Giovanni Colombo e dal Cancelliere Arcivescovile sac. Giuseppe Ponzini trovando soddisfacente la divisione dei beni tra le parrocchie, così a Cascina Elisa (piccola frazione di Samarate) nacque una nuova parrocchia con una chiesetta con due campane, per la cura delle anime. Il documento venne trasmesso al reverendo parroco don Celestino Cazzaniga il giorno 14 giugno 1979 (lo stesso documento reca una nota, il presente decreto avrà vigore dal giorno 24 giugno 1979).
Trascorsi alcuni giorni dal ricevimento del primo documento, sempre all’indirizzo del reverendo parroco don Celestino, venne inviato un nuovo documento, il quale gli comunicava che il reverendo don Gian Mario Maino, suo coadiutore, era stato nominato parroco della nuova parrocchia dei SS. Pietro e Paolo in Samarate.
Per la nostra comunità, quel giugno del 1979 segnò un cambiamento; quattro erano gli eventi per qui si doveva festeggiare: le festività dei patroni Pietro e Paolo, l’elevazione a parrocchia della nostra chiesa e per don Gian Mario un doppio traguardo, la nomina a parroco e il raggiungimento del 25° anno di Sacerdozio.
Per quanto riguardava la Curia Arcivescovile, il nostro rione era una parrocchia, non così per lo stato italiano. Infatti, perché le cose fossero in ordine anche per lo stato giuridico, occorrevano ulteriori documenti. Per questo la Curia, al fine di regolarizzare la posizione della nuova parrocchia, esibii alla Presidenza della Repubblica tutti i documenti necessari a che gli uffici competenti potessero esprimere la loro valutazione. Così, parecchio tempo dopo l’inoltro dei documenti, nei primi giorni di gennaio del 1982 il Presidente della Repubblica Italiana, l’allora Presidente Sandro Pertini, visionati i documenti, poté regolarizzare la posizione della nostra parrocchia, pubblicando il 3 marzo 1982 sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che sanciva la nascita di una nuova parrocchia nello stato italiano. Con questo atto la nostra frazione diveniva parrocchia a tutti gli effetti.
La Curia Arcivescovile esaminò la situazione della nostra frazione e, avute tutte le garanzie del caso da don Celestino, lo stesso Cardinale Arcivescovo Giovanni Colombo espresse con una lettera autografa indirizzata a don Celestino, in data 17 febbraio 1979, il parere favorevole affinché la nostra chiesetta diventasse sede parrocchiale con l’augurio che lo diventasse al più presto e che vi fosse nominato in breve tempo anche il Parroco.
Dopo il parere favorevole espresso dall’Arcivescovo, gli uffici della curia si misero al lavoro per mediare una soluzione e trovare un giusto equilibrio tra le due parrocchie, ed è così che il 13 giugno 1979 vengono prodotti i documenti che, oltre alla dote economica indicata con un capitale in titoli di 2.625.000 lire, vengono indicati anche i confini della nuova parrocchia, in questo modo:
- a nord:
- la mediana della strada vicinale detta la Cotta;
- la mediana della strada vicinale detta Zellier;
- la mediana della strada di accesso ai mappali 4273, 6182 inclusi;
- a est:
- la mediana della strada vicinale per Bienate;
- a sud:
- i confini del comune di Samarate con quelli di Magnago e Vanzaghello;
- a ovest:
- la mediana della strada campestre posta a levante della strada statale 341 fino alla via Monte Berico;
- il mappale 2022 incluso;
- la mediana della strada vicinale del Ginello.
Tutti i documenti prodotti sono stati esaminati dall’Arcivescovo Giovanni Colombo e dal Cancelliere Arcivescovile sac. Giuseppe Ponzini trovando soddisfacente la divisione dei beni tra le parrocchie, così a Cascina Elisa (piccola frazione di Samarate) nacque una nuova parrocchia con una chiesetta con due campane, per la cura delle anime. Il documento venne trasmesso al reverendo parroco don Celestino Cazzaniga il giorno 14 giugno 1979 (lo stesso documento reca una nota, il presente decreto avrà vigore dal giorno 24 giugno 1979).
Trascorsi alcuni giorni dal ricevimento del primo documento, sempre all’indirizzo del reverendo parroco don Celestino, venne inviato un nuovo documento, il quale gli comunicava che il reverendo don Gian Mario Maino, suo coadiutore, era stato nominato parroco della nuova parrocchia dei SS. Pietro e Paolo in Samarate.
Per la nostra comunità, quel giugno del 1979 segnò un cambiamento; quattro erano gli eventi per qui si doveva festeggiare: le festività dei patroni Pietro e Paolo, l’elevazione a parrocchia della nostra chiesa e per don Gian Mario un doppio traguardo, la nomina a parroco e il raggiungimento del 25° anno di Sacerdozio.
Per quanto riguardava la Curia Arcivescovile, il nostro rione era una parrocchia, non così per lo stato italiano. Infatti, perché le cose fossero in ordine anche per lo stato giuridico, occorrevano ulteriori documenti. Per questo la Curia, al fine di regolarizzare la posizione della nuova parrocchia, esibii alla Presidenza della Repubblica tutti i documenti necessari a che gli uffici competenti potessero esprimere la loro valutazione. Così, parecchio tempo dopo l’inoltro dei documenti, nei primi giorni di gennaio del 1982 il Presidente della Repubblica Italiana, l’allora Presidente Sandro Pertini, visionati i documenti, poté regolarizzare la posizione della nostra parrocchia, pubblicando il 3 marzo 1982 sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che sanciva la nascita di una nuova parrocchia nello stato italiano. Con questo atto la nostra frazione diveniva parrocchia a tutti gli effetti.
|
A meta degli anni ottanta don Gian Mario, con il consiglio pastorale, prese la decisione di ampliare e migliorare la nostra chiesetta. La domanda di concessione edilizia, presentata nel 1987, fu protocollata come pratica N° 92/1988 e rilasciata alla parrocchia il 28 agosto 1991. L’impresa “Testa” partì subito con i lavori, ma nel frattempo i costi erano lievitati sensibilmente e questo fatto preoccupò molto i collaboratori del nostro Parroco.
Ciò nonostante, a differenza dei suoi collaboratori, don Gian Mario, credendo fermamente nella Divina Provvidenza e confidando nel buon cuore della gente, non si perse d’animo. A rendere forte questo suo sentimento sono proprio i fatti: una domenica, alla S. Messa delle dieci, all’interno dell’omelia impostata sulla provvidenza, raccontò come, proprio qualche giorno prima, “ai piedi della statua della Madonna ho trovato una busta, questa conteneva la bella somma di un milione di lire lasciata lì da chissà chi”. Questi fatti non facevano altro che rafforzare in lui questo suo sentimento. Nel mese di settembre del 1991 iniziarono i lavori di ampliamento, e per motivi di sicurezza, la chiesa per alcuni mesi rimase inutilizzabile. Dal mese di maggio dell’anno successivo, solo per le S. Messe della domenica, si poté usufruire dell’interno e, dall’autunno seguente, di tutta la parte centrale della struttura. Come già detto, i grossi lavori viaggiavano spediti, un poco meno i lavori di finitura; ciò nonostante in meno di due anni i lavori all'interno della chiesa furono pressoché finiti, infatti l’abitabilità venne concessa il 25 giugno 1993. Si dovette però aspettare la fine del 1995 per avere la chiesa come la vediamo oggi. Ulteriori lavori di rifacimento dell’abside sono stati eseguiti nell’estate del 2011. Questi lavori sono serviti a migliorare e definire le posizioni del celebrante e dei lettori. |
Campane di Cascina Elisa
Angelus festivo (melodia Regina Coeli)
Angelus festivo (melodia Regina Coeli)