La chiesa di Santa Genoveffa e Sant'Andrea
Da "il centro" n. 42 - aprile/giugno 1993 - pagg. 21/22 - Cristina e Lucilla
Nell'anno 1901, il 26 del mese di maggio, giorno di Pentecoste, verso le ore 16, venne posta la prima pietra dell'Oratorio alla Cascina Costa.
Iniziò così la costruzione della chiesa sul terreno già appartenente a Gernetti Gaetano, per volontà dell'allora Parroco rev. Andrea Colombo.
I fondi necessari vennero generosamente donati dai coniugi cav. Carlo Ricci e Genoveffa Valera in Ricci, che presenziarono come padrino e madrina alla cerimonia, durante la quale, "in un vasetto di vetro, sigillato poi nella pietra, oltre ad alcune monete con l'effige del Re Umberto I°, venne racchiusa una iscrizione augurale dettata dal rev. Giovanni Macchi, oriundo di Samarate"; la 1° pietra andò a costituire la pietra angolare della parete di sud-ovest della Chiesa.
L'appalto per la realizzazione delle opere venne assegnato al Capomastro Mazzucchelli Giovanni da Samarate ed al socio Soldavini da Ferno.
Tutti i costesi collaborarono attivamente alla costruzione, sia mediante offerte in denaro, sia mettendo a disposizione carri, cavalli, asini e muli per il trasporto di mattoni, acquistati alla fornace di Cassano Magnago, che di sabbia, prelevata dalla cava situata "sotto la costa", nel terreno di proprietà della famiglia Rigolio.
Il 30 novembre 1902, ultimata la costruzione, la chiesa venne consacrata con la celebrazione della 1° Messa solenne.
Iniziò così la costruzione della chiesa sul terreno già appartenente a Gernetti Gaetano, per volontà dell'allora Parroco rev. Andrea Colombo.
I fondi necessari vennero generosamente donati dai coniugi cav. Carlo Ricci e Genoveffa Valera in Ricci, che presenziarono come padrino e madrina alla cerimonia, durante la quale, "in un vasetto di vetro, sigillato poi nella pietra, oltre ad alcune monete con l'effige del Re Umberto I°, venne racchiusa una iscrizione augurale dettata dal rev. Giovanni Macchi, oriundo di Samarate"; la 1° pietra andò a costituire la pietra angolare della parete di sud-ovest della Chiesa.
L'appalto per la realizzazione delle opere venne assegnato al Capomastro Mazzucchelli Giovanni da Samarate ed al socio Soldavini da Ferno.
Tutti i costesi collaborarono attivamente alla costruzione, sia mediante offerte in denaro, sia mettendo a disposizione carri, cavalli, asini e muli per il trasporto di mattoni, acquistati alla fornace di Cassano Magnago, che di sabbia, prelevata dalla cava situata "sotto la costa", nel terreno di proprietà della famiglia Rigolio.
Il 30 novembre 1902, ultimata la costruzione, la chiesa venne consacrata con la celebrazione della 1° Messa solenne.
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In onore dei benefattori, gli abitanti di Cascina Costa fecero realizzare da un pittore locale (si dice proveniente da Lonate Pozzolo), la bella tela, posta sull'altare, raffigurante Santa Genoveffa, eletta patrona ed il dipinto, posto in fondo alla chiesa, sopra il portale d'ingresso, che ritrae San Carlo Borromeo.
Si giunse così al 24 maggio 1903, giorno in cui l'intera popolazione celebrò per la prima volta la solennità di Santa Genoveffa, istituendo così la Festa Patronale. In quell'occasione venne posta, a ricordo dell'avvenimento, la lapide bianca con iscrizioni dorate in latino, che ancora oggi si trova sulla parete di sud-est e da quel momento la chiesa di Cascina Costa divenne ufficialmente luogo di culto ove le celebrazioni sacre avvenivano in modo costante e continuativo. Nel febbraio del 1904 iniziò la costruzione del campanile, attiguo alla chiesa ed il mese di dicembre dello stesso anno, nel giorno della vigilia del S. Natale, vennero collocate le 4 campane, inaugurate solennemente il 21 maggio 1905. Il 16 agosto 1917, la chiesa di Cascina Costa fu colpita da una sventura: durante la recita del rosario serale, in occasione della Festa Patronale Parrocchiale di S. Rocco, un fulmine piombò nel suo interno, colpendo la statua della Madonna, lasciando però incolumi tutti i fedeli presenti. La leggenda vuole che il fulmine rappresentasse l'ira di San Rocco, indignato dal fatto che quell'anno il S. Rosario in suo onore non venisse recitato, come da tradizione, davanti alla sua raffigurazione posta nel Cortile del Bacino sulla proprietà Romeo Gernetti. |
Fra il 1920 ed il 1940 la chiesa subì alcune trasformazioni: vennero realizzate le due cappelle laterali per donazione della famiglia Agusta e le nuove porte d'ingresso, alla cui sommità erano raffigurati San Gioacchino e Sant'Anna, a ricordo del donatore Gioacchino Ceriani.
Nel 1974 venne costituito dai costesi un Comitato Locale, che si occupò attivamente della ristrutturazione e dell'ampliamento, ormai necessari, della chiesetta, alla cui Presidenza onoraria venne eletto il Parroco don Riccardo Lavazza. L'aspetto della chiesa mutò in modo sostanziale: vennero posti in essere l'attuale sagrestia e la nuova entrata con i tre portali, il confessionale, l'impianto di riscaldamento, i marmi di pavimentazione e di rivestimento interno, restaurati gli affreschi, le statue ed i dipinti esistenti e realizzati ulteriori abbellimenti interni (nuovi affreschi sull'altare e nuovi quadri della "Via Crucis"). Nel 1991 è stato restaurato il campanile con la posa della cupola in rame. |
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