La chiesa dei Santi Martiri Protaso e Gervaso
Da "il centro" n. 67 - maggio/settembre 2003 - pag. 30
La sua dedicazione è riferita al culto di due antichi Martiri milanesi scoperti da Sant'Ambrogio nei 386 d.C. e particolarmente venerati, culto che andò via via estendendosi dalla Chiesa Ambrosiana milanese verso i centri periferici della Diocesi dalla fine del IV secolo.
Questa chiesa resta tradizionalmente chiesa matrice del nostro territorio e della nostra comunità sino al XII secolo, quando diventa sede preminente dei servizi di culto parrocchiali la chiesa del SS. Salvatore.
Ospitava accanto a sé un’area cimiteriale consacrata e destinata alla sepoltura dei fedeli defunti.
Troviamo riscontro nel tempo, di questo sacro edificio ormai divenuto quieta chiesetta campestre entro un'ansa del torrente Arno, anche nei resoconti della visita pastorale effettuata dal Cardinal Carlo Borromeo nel 1570.
L'assetto attuale della chiesa non è quello originario, ma consegue a rifacimenti e sistemazioni succedutesi nei secoli, con cui si è provveduto, fra l'altro, all'aggiunta del piccolo pronao, quasi a protezione dell'accesso e dei fedeli.
Questa chiesa resta tradizionalmente chiesa matrice del nostro territorio e della nostra comunità sino al XII secolo, quando diventa sede preminente dei servizi di culto parrocchiali la chiesa del SS. Salvatore.
Ospitava accanto a sé un’area cimiteriale consacrata e destinata alla sepoltura dei fedeli defunti.
Troviamo riscontro nel tempo, di questo sacro edificio ormai divenuto quieta chiesetta campestre entro un'ansa del torrente Arno, anche nei resoconti della visita pastorale effettuata dal Cardinal Carlo Borromeo nel 1570.
L'assetto attuale della chiesa non è quello originario, ma consegue a rifacimenti e sistemazioni succedutesi nei secoli, con cui si è provveduto, fra l'altro, all'aggiunta del piccolo pronao, quasi a protezione dell'accesso e dei fedeli.
Gli affreschi raffiguranti il martirio dei Santi Gervaso e Protaso, nonché i Santi Vitale e Valeria, patrizi ravennati dei quali la tradizione vuole i due Martiri figli gemelli, risalirebbero al secolo XVII e potrebbero ricondursi alla medesima sensibilità artistica dell'autore di quelli della cappella dedicata a San Leone nell'attuale parrocchiale e dell'"Adorazione dei Magi", al termine di via XX Settembre.
Particolarmente interessante è il paliotto in marmo dell'altare, che nell’apparente "labirinto" suggerisce al fedele e più in generale, all'uomo un percorso verso un porto sicuro.
Successivamente alla visita pastorale del Cardinal Schuster e per suo invito, la chiesa fu sottratta al degrado e all'abbandono del periodo fra i due conflitti mondiali e restaurata, anche con l’intervento della Sovrintendenza alle Belle Arti. Venne quindi riconsacrata al culto nel 1959.
Contestualmente venne lì trasferita la "Crocetta", prima sistemata nella piazzetta della pubblica pesa, al termine di via Engalfredo.
Successivamente alla visita pastorale del Cardinal Schuster e per suo invito, la chiesa fu sottratta al degrado e all'abbandono del periodo fra i due conflitti mondiali e restaurata, anche con l’intervento della Sovrintendenza alle Belle Arti. Venne quindi riconsacrata al culto nel 1959.
Contestualmente venne lì trasferita la "Crocetta", prima sistemata nella piazzetta della pubblica pesa, al termine di via Engalfredo.